Quando arriva la scimmia: sulla sindrome di astinenza

Foto di Olga Ozik da Pixabay

Mi è sempre piaciuta l’espressione “avere una scimmia sulle spalle”, riferita alla sindrome di astinenza. Rende bene l’idea dell’ambivalenza della sindrome dell’astinenza: da una parte c’è la persona che vorrebbe smettere di utilizzare la sostanza, dall’altra una scimmia insistente che scalpita perché la persona ne faccia uso.

La sindrome di astinenza è quell’insieme di sintomi che compare dopo aver smesso di assumere una sostanza. Fin qui tutto in regola, nessun dubbio.

Se andiamo ad analizzare questa affermazione, però, possono sorgere alcune domande:

  • Perché si ha la sindrome di astinenza?
  • Quando inizia? C’è un tempo preciso?
  • È uguale per tutte le sostanze? Cioè se smetto di assumere alcool e se smetto di assumere tabacco i sintomi saranno gli stessi?
  • In questo articolo proverò a rispondere a ognuna di queste domande in ordine, partendo proprio da cosa è la dipendenza, per arrivare ai sintomi della sindrome di astinenza.

    Perché si ha la sindrome di astinenza?

    Dipendenza fisica e dipendenza psicologica

    Prima di tutto, occorre chiarire che una dipendenza si dice tale quando sono presenti principalmente tre sintomi: craving, tolleranza e astinenza. Per capire l’astinenza, però, bisogna capire cosa sia la tolleranza.

    Per tolleranza ci si riferisce a quei processi biologici che si attivano per far abituare il nostro corpo ad una determinata dose di sostanza. È un sistema di ri-equilibrio, in gergo scientifico di omeostasi, che ci porta irrimediabilmente ad avere bisogno di dosi sempre maggiori di una determinata sostanza per poter raggiungere l’effetto desiderato.

    In altre parole, se prima con una quantità di 5 di una sostanza raggiungevamo uno stato di benessere e di “sballo”, successivamente sarà necessario assumerne 10, poi 100, poi 1000. Questo perché il nostro corpo, in particolare il nostro cervello, si è adattato alla dose di 5 e non gli basta più.

    Questo processo, però, porta ad un altro effetto, che va al di là del quantitativo di dose aggiunta: il cervello e il corpo per funzionare inizia ad avere bisogno di quella sostanza. Non importa che sia nociva, non importa che stia distruggendo cellule: ne ha bisogno perché si è adattato ad assumerla.

    È così che a dipendenza diventa sia fisica che psicologica. Da una parte il corpo ne ha bisogno, dall’altra si creano pensieri ossessivi (il craving) e credenze attorno alla sostanza. Un esempio di dipendenza psicologica dalla sostanza è, ad esempio, il credere fermamente che la sigaretta possa calmare lo stato di ansia e di stress.

    Dalla tolleranza all’astinenza

    Fatta questa dovuta premessa, è più facile capire perché c’è l’astinenza. La sindrome di astinenza, infatti, non è solamente qualcosa di psicologico, una sorta di illusione mentale di “oh mamma e ora come faccio”, ma è qualcosa anche di fisiologico.

    Quando il nostro cervello non ha quella giusta dose di sostanza va in stato di stress. Non è che non sa più che fare, ma non sa come lavorare al meglio, perché gli manca un pezzo che era diventato importante nella sua quotidianità.

    Come il cervello, anche altri organi possono soffrirne e crearsi delle risposte simil-infiammatorie che, molte volte e per alcune sostanze in particolare (es. alcool, oppioidi, stimolanti), necessitano di una risposta farmaceutica.

    Questo non succede solo quando da un giorno all’altro smettiamo di assumere una determinata sostanza, ma anche quando ne riduciamo il consumo. Se si va da un quantitativo di 100 a 5, al corpo non sta comunque bene, perché si era abituato a 100 e il 5 gli fa solo il solletico.

    Dato che alcuni sintomi di alcune crisi di astinenza (es. da eroina o alcool) possono essere pericolosi per la persona, è utile seguire un percorso farmacologico assieme a quello psicologico. Il farmaco, infatti, può calmare la sindrome di astinenza, accompagnando la persona lungo il percorso di cura.

    Foto di Alex Demoura da Pixabay 

    C’è un tempo preciso tra quando si diminuisce o smette l’utilizzo della sostanza e i primi sintomi di astinenza?

    A ogni persona il suo tempo…

    La risposta alla domanda riguardo il tempo è dipende.

    Dipende prima di tutto dalla persona sia da un punto di vista psicologico che fisiologico. Dipende da quanta sostanza si assumeva, dalle occasioni in cui l’assumeva, la tempistica e le modalità.

    Ad esempio, una persona con dipendenza da nicotina che fumava 5 sigarette al giorno sarà diversa da una che se ne fumava due pacchetti interi. La prima persona rispetto alla seconda è probabile riesca a stare più tempo prima che insorgano i primi sintomi di astinenza, nel secondo caso è più improbabile.

    … e anche a ogni sostanza

    Ogni sostanza ha il suo tempo per essere assorbita e metabolizzata, così come ogni sostanza ha il suo tempo per creare una vera e propria dipendenza.

    Ad esempio l’astinenza da eroina può metterci anche mezza giornata prima di palesarsi con i primi sintomi, mentre l’astinenza da alcool può apparire anche prima (all’incirca già dopo 6/8 ore).

    Queste tempistiche sono dettate dall’assorbimento della sostanza, ma anche dalle tempistiche di riassorbimento delle altre molecole liberate a cascata dalla droga (ad esempio la dopamina nel cervello).

    E per le dipendenze comportamentali?

    Le dipendenze comportamentali sono un discorso a parte, in quanto non si ha una vera e propria sostanza in circolo. In questo caso, è il comportamento messo in atto dalla persona a cambiare gli equilibri di dopamina nel cervello.

    Anche le dipendenze comportamentali hanno le loro sindromi di astinenza e, solitamente, si palesano dopo 24/36 ore dall’ultima “dose” di comportamento messo a termine. Anche in questo caso i sintomi possono essere diversi, ma comunemente si può notare un’abbassamento dell’umore e un aumento di nervosismo e sintomi ansiosi.

    Sindrome o Sindromi di astinenza?

    La sindrome di astinenza da ***

    In Psicologia non si parla mai di UNA sindrome di astinenza. Come specifica anche il Manuale Statistico Diagnostico 5 (DSM5), ogni sostanza provoca una sindrome di astinenza diversa, con diversi sintomi.

    Mettiamo a confronto, ad esempio, l’astinenza da alcool, solitamente trattata con farmaci, e quella da tabacco. Nel primo caso, dopo qualche ora dall’interruzione di assunzione di alcolici, la persona può sviluppare sintomi che vanno dall’ansia fino a crisi convulsive. L’astinenza da alcool può provocare anche nausea o vomito, allucinazioni o illusioni sensoriali di vario tipo, può aumentare la frequenza cardiaca e provocare tremori.

    L’astinenza da tabacco, a confronto, crea sintomi come: peggioramento dell’umore, aumento dell’appetito e difficoltà di concentrazione.

    Foto di mrk777 da Pixabay 

    In Psicologia non si parla mai di UNA sindrome di astinenza. Come specifica anche il Manuale Statistico Diagnostico 5 (DSM5), ogni sostanza provoca una sindrome di astinenza diversa, con diversi sintomi.

    Mettiamo a confronto, ad esempio, l’astinenza da alcool, solitamente trattata con farmaci, e quella da tabacco. Nel primo caso, dopo qualche ora dall’interruzione di assunzione di alcolici, la persona può sviluppare sintomi che vanno dall’ansia fino a crisi convulsive. L’astinenza da alcool può provocare anche nausea o vomito, allucinazioni o illusioni sensoriali di vario tipo, può aumentare la frequenza cardiaca e provocare tremori.

    L’astinenza da tabacco, a confronto, crea sintomi come: peggioramento dell’umore, aumento dell’appetito e difficoltà di concentrazione.

    Questo accade perché l’astinenza rispecchia un po’ il funzionamento stesso della sostanza. In particolare, rispecchia le alterazioni che la sostanza ha prodotto nel tempo di dipendenza a livello fisico e psicologico.

    A ogni astinenza le sue cure

    Abbiamo detto che l’alcool ha bisogno di un trattamento di tipo farmacologico accanto a quello riabilitativo, le altre sostanze? Per il tabacco non è ad esempio necessario un trattamento farmacologico, tanto che le gomme o i cerotti alla nicotina hanno un’efficienza limitata.

    Ogni sostanza, quindi, ha bisogno di un proprio trattamento mirato che segua i tre binari del concetto di salute: biologico, psicologico e sociale.

    Il binario biologico è quello più incentrato sugli aspetti strettamente medici e farmacologici.

    Il binario psicologico è per lo più incentrato sull’aumento della consapevolezza rispetto alla dipendenza, dei suoi effetti a livello fisico e psichico, di come riuscire ad uscire psicologicamente dallo stato di dipendenza ed evitare situazioni che possano portare a ricadute.

    Il binario sociale è legato all’aspetto di emarginazione e stigmatizzazione delle persone che hanno una dipendenza. Molte volte, infatti, è necessario ricreare una rete sociale attorno alla persona, che possa comprenderla e sostenerla. Questa rete è costituita da rapporti di tipo affettivo, lavorativo e, più in larga scala, comunitario (inteso come appartenente a una comunità, che può essere un quartiere, una città, un paese ecc.).

    La reintegrazione nella società, soprattutto per persone che hanno utilizzato per molto tempo sostanze come l’eroina, è un passo fondamentale non solo per la riuscita del percorso di cura, ma anche per la prevenzione delle ricadute.

    Tiriamo le somme

    Riprendiamo quindi le domande che ci eravamo posti nell’introduzione e proviamo a dare una breve risposta:

    Perché si ha la sindrome di astinenza?

    Perché il corpo e la mente si sono abituati ad un determinato quantitativo di sostanza (o comportamento) al giorno. Senza questa dose, entra in uno stato di stress.

    Quando inizia? C’è un tempo preciso?

    Sia le tempistiche tra ultima dose e primi sintomi, che la durata della sindrome di astinenza dipendono dalla persona, dalla sostanza e dalla relazione persona-sostanza.

    È uguale per tutte le sostanze? Cioè se smetto di assumere alcool e se smetto di assumere tabacco i sintomi saranno gli stessi?

    La sindrome di astinenza rispecchia le alterazioni provocate dalla sostanza. Quindi, ad esempio, la sindrome di astinenza da alcool e quella da tabacco saranno profondamente diversi, in quanto le due sostanze hanno agito meccanismi biologici diversi.


    Bibliografia:

    National Institute on Drug Abuse. Principles of Drug Addiction Treatment: A Research-Based Guide. 2nd ed. Rockville, MD: US DHHS, National Institutes of Health (NIH) Publication No. 09-4180, 2009. Print.

    American Psychiatric Association (APA) (2013), DSM5Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, tr. it. Raffaello Cortina, Milano, 2014.

    Lingiardi Vittorio e Gazzillo Francesco (2014), La personalità e i suoi disturbi Valutazione clinica e diagnosi al servizio del trattamento (Grandi manuali di psicologia), Raffaello Cortina Editore

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